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L'importante è credere in qualcosa

Questo atteggiamento diventa distruttivo in tutte le relazioni dove il presupposto principale è cedere una parte di sé per arricchirsi di una parte dell’altro. Io credo a modo mio … . Questa affermazione suona proprio strana nei confronti di Dio che quel “Suo modo” ha lasciato diventando uomo come noi per capirci appieno, per soffrire con noi, per morire per noi. E’ una posizione di comodo: un dio “fai da te” permette di prendere ciò che ci piace e scartare quello che non ci va, aderendo a un sistema di credenze confuso nel quale c’è tutto e il contrario di tutto, ma soprattutto non c’è quel che dovrebbe esserci.

Io credo a modo mio … . E in questo mio modo non c’è posto per fidarmi, abbandonarmi e lasciare che Dio prenda il controllo della mia vita. Eppure, se io credo dovrebbe essere ovvio che Dio mi guidi a modo suo! Poi, visto che accetto di credere (almeno a parole), perché dovrei stabilire le regole del gioco? Perché dovrei pensare che il mio modo sia migliore di quello di Dio? Insomma chi è l’Onnipotente e l’Eterno fra noi due?

Io credo a modo mio … . L’uomo vive e fa esperienza: i pensieri dei 18 anni sono ben diversi da quelli dell’età matura. I casi della vita ci plasmano e ci trasformano. Se i pilastri del nostro credo non sono stabili ed immutabili rischiamo di credere in un dio effimero e trasformato dal tempo.

Non è certo quello che ci si aspetta da una guida: sarebbe come se andassi da un pediatra, per fargli seguire il mio bambino nella crescita, e lui mi dicesse che oggi applica l’omeopatia, domani la medicina tradizionale, poi la naturopatia e dopo l’erboristeria.

Insomma che lo segue a modo suo intanto … l’importante è fare qualcosa. Il Dio in cui credo è un Dio di certezze e di stabilità. Non c’è posto per la confusione o le mode. Proprio per questo, e perché conosce bene la natura umana, ci ha lasciato la sua parola, i suoi insegnamenti affinché potessimo leggerli, assorbirli e applicarli alla nostra quotidianità.

Si può obiettare che se ognuno interpreta la Bibbia a modo suo si genera quella varietà e quella confusione che ho appena descritto.

Beh, non è proprio così. Se facciamo dire alla Bibbia quello che vogliamo o che pensiamo debba dire si generano diverse interpretazioni poiché ognuno farà … a modo suo; ma se ascoltiamo quello che Dio ci dice semplicemente, senza metterci del nostro, allora no. Sicuramente le pagine della Bibbia che non capiamo sono molte, alcune le intuiamo appena, ma ce ne sono alcune che non si possono assolutamente fraintendere.

Cominciamo da quelle. Cerchiamo di capire chi è Dio e cosa ha in serbo per noi. Scopriamo quale è il disegno per i suoi figli. Solo allora, se quel programma non ci piace, possiamo decidere di rinunciare, ma non a priori usando come scudo proprio quella libertà che Lui ci ha donato.

Alessia M.